I dubbi si insinuano sempre nella mente di una mamma che allatta specie dopo il periodo della gravidanza nel quale molti farmaci non sono ammessi: è possibile utilizzare antibiotici durante l’allattamento? Se si, quali? Passano nel latte materno?
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L’interazione con il latte materno
Durante l’allattamento puoi assumere la maggior parte degli antibiotici in commercio senza gravi controindicazioni. E’ anche vero però che quasi tutti gli antibiotici passano nel latte per cui alcuni neonati possono risultare particolarmente sensibili accusando effetti collaterali quali diarrea, eruzioni cutanee o candidosi.
La penicillina può essere dosata nel latte materno già un’ora dopo e fino a 9 ore dopo una somministrazione alla madre (per cui non ha senso attendere qualche ora per allattare perché comunque non si riuscirebbe a smaltirlo completamente).
La maggior parte degli antibiotici a largo spettro vengono escreti nel latte materno in quantità significative ma, dato che si legano al calcio l’assorbimento si abbassa troppo per risultare davvero dannoso al bambino.
Eccezion fatta per la minociclina che, assunta per via orale, non ha un assorbimento condizionato dal cibo per cui è preferibile evitarne l’uso in quanto può causare la colorazione dei denti del bambino se assunta per più di 10 giorni.
Per quanto riguarda invece l’uso del metronidazolo deve essere somministrato per non più di 2 grammi dalla mamma nei primi tre mesi dopo il parto e l’allattamento deve essere sospeso per 24 ore (in questo lasso di tempo è importante svuotare il seno con il tiralatte e buttare via il latte). Dopo i sei mesi di vita del bambino il metronidazolo può essere ben tollerato. Altro tipo di antibiotici non assorbibili a livello intestinale, come la streptomicina, la kanamicina e la gentamicina non recano alcun problema al neonato.
Quale antibiotico usare?
Come per qualsiasi farmaco ce ne sono alcuni che sono ben tollerati dal bambino in considerazione della quantità che passa attraverso il latte materno e altri che invece sono controindicati.
Occorre anche tenere conto che la maggior parte delle controindicazioni sono frutto di una scarsa conoscenza del tema causato da studi limitati in merito soprattutto per un fattore etico (per effettuare studi sull’interazione degli antibiotici sui neonati occorrerebbe analizzarne un campione e nessun scienziato farebbe una cosa simile!) ed inoltre le sperimentazioni effettuate sugli animali non sempre possono essere associate all’uomo.
E’ anche vero però che, a differenza della gravidanza, dove il farmaco arriva direttamente al feto, in allattamento le componenti vengono filtrate attraverso il latte materno per cui i medici sono più tolleranti nel prescrivere un antibiotico quando necessario.
Un antibiotico sicuramente ben tollerato è l’Augmentin, a base di Amoxicillina, già prescritto in caso di gravidanza nonché ai bambini e di conseguenza non controindicato nell’allattamento.
L’Amoxicillina viene escreta nel latte materno per circa il 10% della corrispondente concentrazione sierica. Non risultano effetti nocivi per il neonato allattato al seno dopo che la mamma abbia assunto questo antibiotico. Ovviamente l’allattamento deve essere interrotto in qualsiasi caso il bambino manifesti disturbi gastrointestinali. L’Augmentin viene spesso prescritto per un problema molto diffuso tra le mamme, ovvero la mastite, l’infezione che può insorgere in seguito ad una suzione errata e la consecutiva comparsa delle ragadi.
Stessa sicurezza in allattamento puoi avere con il Velamox (stessa componente dell’Augmentin) e con l’Ampital a base di Ampicillina (non esistono infatti prove che dimostrino una probabile azione negativa sulla salute del bambino). Abbastanza sicuri anche i colliri soprattutto per la via di somministrazione: uno particolarmente consigliato è quello a base di levofloxacina in quanto se pur secreto nel latte materno lo è in bassissime quantità.
Anche in caso di assunzione di Zimox, comunemente prescritto per ascessi e per infezioni in genere delle mucose del cavo orale non esistono prove di controindicazioni: anche questo antibiotico passa nel latte materno ma risulta davvero sicuro ovviamente se non si superano le modalità indicate di somministrazione (solitamente non più di 5/6 giorni).
Non ci sono prove di controindicazioni anche in caso di una terapia che preveda l’associazione di antibiotici considerati compatibili con il cortisone. Cerca comunque, se possibile, un farmaco cortisonico a uso topico piuttosto che a uso sistemico (ad esempio per via orale o tramite iniezione).
Meglio evitare invece di allattare se occorre fare uso dello Zitromax (a base di Azitromicina) ad esempio in caso di tracheite o infezione da streptococco, in quanto si concentra nel latte in quantità non trascurabili. Inoltre viene eliminata meno velocemente rispetto agli altri antibiotici. Dato che non ci sono dati sufficienti circa gli effetti di un antibiotico così difficile da smaltire rispetto ad altri più tollerabili è consigliabile sospendere l’allattamento. E’ comunque possibile sostituirlo con un antibiotico compatibile come le già citate Ampicillina e Amoxicillina oppure la Cefalosporina.
Assolutamente vietati inoltre Cloramfenicolo, Ciprofloxacina, Tetracicline, Sulfamidici (in caso di lattante pre-termine o con ittero o portatore di difetti enzimatici dei globuli rossi).
I tuoi migliori alleati: buon senso e pediatra di fiducia
Un antibiotico è un farmaco che viene assunto su prescrizione medica, di conseguenza occorre sempre il parere del medico per cominciare una qualsiasi terapia curativa. E’ anche vero che ci sono pochi dati disponibili per verificare gli effetti che l’antibiotico può avere su un bambino allattato al seno, per cui è preferibile non prescrivere un antibiotico a lenta eliminazione in una mamma che allatta, preferendo ad esso un altro antibiotico, sia a rapida eliminazione che perfettamente compatibile perché privo di importanti effetti collaterali.
Cerca comunque di fare sempre un uso oculato e attento dell’antibiotico da assumere facendoti consigliare soprattutto dal pediatra piuttosto che dal medico curante, poiché il primo conosce meglio nei dettagli la salute del tuo bambino.